Moda sostenibile, cos’è, si mangia?

Ad oggi sta diventando uno degli argomenti più discussi nel panorama della moda e delle sue sfilate: infatti le grandi case del settore stanno cominciando ad apprendere l’importanza dell’ambiente e l’importanza soprattutto a livello umano che vi è dietro.

Questo tema viene trattato in Venice Fashion Week che grazie alla dedizione e alla passione dei suoi organizzatori riesce a portare sulle passerelle designers che parlano di hand-made, del tempo che si impiega nel progettare un abito fino alla sua manifattura; lunga e difficile. L’idea di tornare a pensare di possedere un capo unico, fatto nei minimi dettagli con l’importanza di chi sa scegliere minuziosamente un tessuto. Infatti Tessiture Bevilacqua crea da generazioni pregiati tessuti usando le macchine da tessere “di una volta”.

Oggi siamo circondati da un tripudio di immagini da social a cartelloni pubblicitari che ci invogliano a comprare capi di cui nemmeno abbiamo bisogno: bisogna tornare ad apprezzare i tessuti che hanno vita lunga, capi unici e curati, non usa e getta. Dobbiamo imparare ad essere selettivi in ciò che acquistiamo e non comprare solo perché un abito ci piace, ma domandarci come, con cosa e da chi è stato prodotto.

La Camera della Moda ha pubblicato un Manifesto dove indica alcuni punti cardinali per seguire un’etica migliore: usare materiali sostenibili, controllarne la provenienza, la manifattura e la produzione. Poi durante la produzione del capo essere ben informati anche sull’impatto sociale nei propri dipendenti dallo stipendio alle dinamiche nelle catene di produzione. Quando un capo viene poi prodotto vi è la questione dello smaltimento dei pezzi di scarto, il loro possibile riuso ed infine il packaging per la spedizione. Poiché anche spedire nella nostra epoca è inquinante per l’ambiente e bisognerebbe usare pacchi riutilizzabili o, come ha proposto Matteo Wrad, di produrli con alghe, le quali anche se vengono buttate si possono dissolvere nell’ambiente senza creare danno.

Il termine Made in Italy ha da sempre avuto grande peso nelle etichette dei grandi brand, essendo internazionalmente riconosciuto come simbolo di qualità. Ad oggi si sta cercando di recuperare la produzione riportandola in Italia e fatta da artigiani italiani; cosa che stava scomparendo dati i bassissimi costi dei lavoratori esteri sia in quantità monetaria ma anche per le condizioni umane e di tempo in cui lavorano. Arrivati a questo punto dovremmo chiederci se quel vestito che stiamo per comprare ci serva veramente, se ne abbiamo bisogno: alcuni studi dimostrano che fare shopping riduce di molto lo stress, distrae e fa sentire rilassati. A tutti piace vestire sempre cose nuove per sentirci belli ed alla moda dati anche gli esempi di molti blogger che comprano e sfoggiano outfit diversi;ma quello che dobbiamo veramente fare sono scelte responsabili e trasmettere questo messaggio di amore per l’ambiente e preoccuparci dell’impatto che abbiamo su di esso oltre a livello umano.

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